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LA MUSICA DELLA SHOAH

La data del 31 maggio 1938 segna l’ingresso della legge sulla confisca di prodotti dell’arte, che recita così: “i prodotti dell’arte degenerata (Entartete Kunst) messi al sicuro in musei o in raccolte accessibili al pubblico prima dell’entrata in vigore della presente legge o dichiarati prodotti dell’arte degenerata da uno degli edifici designati dal Führer e cancelliere del Reich, possono essere confiscati a favore del Reich senza indennizzo”.

In campo musicale la propaganda nazista ha provveduto a restaurare la “perfezione razziale” di imponenza e bellezza e perciò, ci fu un ritorno all’equilibro dell’arte classica, riprendendo grandi musicisti tedeschi quali Bach,Beethoven e Wagner. Quest'ultimo fu molto apprezzato da Hitler perché, cinquant'anni prima, anch'egli ebbe idee antisemite, derivate da vicende personali, che diffuse fondando un circolo. 

L' “arianizzazione” della musica causò la censura delle composizioni atonali di Schönberg, dell’improvvisazione jazzistica e delle avanguardie musicali novecentesche.

L’ESTETICA RAZZIALE

Al criterio estetico si sostituì quello genetico-razziale per sottolineare quanto “nella musica vi è di malato, malsano e altamente pericoloso nella nostra (tedesca) vita musicale e che conviene dunque sradicare”.

 

LA MUSICA NEI LAGER

La musica serviva da colonna sonora nei lager: un’orchestra accoglieva i prigionieri (aspetto di facciata e di falsa rassicurazione presente anche nei gulag) appena scesi dai trasporti, scandiva l’andata e il ritorno in marcia verso e dal lavoro, era strumento denigratorio per i prigionieri, spesso obbligati a comporre musiche che schernivano la loro “razza inferiore”.

Qui, alla musica per così dire ufficiale, si affiancava quella clandestina, fatta di canti sussurrati in momenti della notte soprattutto nelle baracche sovraffollate di anziani, e le filastrocche musicate per far imparare la storia o la geografia ai bambini, che si cantavano in gran segreto perché l’educazione era ufficialmente proibita.

 

IL CAMPO TEREZÍN, UN’ECCEZIONE

Nato per ingannare la Croce Rossa e l’Europa intera circa le reali condizioni di vita presenti in un tipico lager, questo campo di transito (verso Auschwitz) si popolò di numerosi prigionieri intellettuali e musicisti di ogni genere, Soggetti comunque al rischio di morire per tortura, malattie infettive, malnutrizione e, nella maggior parte dei casi, destinati ai campi di sterminio. 

L’attività propagandistica del campo vide nascere opere teatrali, anche per bambini (gli stessi attori erano i bambini prigionieri), cabaret, concerti jazz, concerti di musica da camera, récital di pianoforte solo.

Terezín, che disponeva di una banca che coniava una propria moneta e di una biblioteca, oltre che di una cappella e di un “CAFFÈ” dove si esibivano i GHETTO SWINGERS. La band jazz del campo dove spiccavano le figure di MARTIN ROMAN e COCO SCHUMANN, rappresentò una fucina di artisti, tra i più importanti nella scena culturale europea del tempo, quasi tutti sterminati nella notte tra il 16 e 17 ottobre 1944 ad Auschwitz.

 

Tristemente famoso è l’episodio dell’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi. 

Il direttore d’orchestra RAFAËL SCHÄCHTER, su richiesta dei carcerieri nazisti, aveva formato un coro di centocinquanta elementi che, all’indomani della rappresentazione furono spediti ad Auschwitz. In un mese SCHÄCHTER ricompose un secondo coro che ebbe lo stesso destino del primo. 

 

Vennero formate numerose orchestre maschili, vari ensemble. 

A BIRKENAU operò un’ orchestra femminile, diretta da ALMA ROSÉ, violinista e nipote di MAHLER, kapò del campo, la quale da un lato doveva mantenere lo stile di persecutore verso le prigioniere, d’altro canto dirigeva con passione e virtuosismo le sue musiciste.

COSA SI SUONAVA NEI CAMPI

Quasi tutti i lager nazisti avevano il proprio inno.

In quello di Dachau risuonava la frase “Arbeit macht frei”. 

A Börgemoor (il campo destinato agli oppositori politici più pericolosi) il canto dei “soldati della palude” di Rudi Goguel, che raggiunse tanti lager compreso Sachsenhausen ed il campo femminile di Ravensbrück, scatenò una violenta opposizione da parte delle SS a causa del testo disperato che dava voce ai pensieri dei prigionieri :“[…] ciascuno sogna di tornare da genitori mogli e figli. Qualcuno sospira disperato perché siamo prigionieri […]”.

MUSICISTI NEI LAGER

i musicisti più famosi deportati nei lager sono:

  • l'ebreo tedesco Victor Ullmann, autore di 24 opere, tra cui la monumentale “Il re di Atlantide”  critica verso Hitler, per la quale fu messo a morte nelle camere a gas di Auschwitz.

  • Frida Misul grande cantante ebrea livornese, che grazie alla sua voce (tra i suoi cavalli di battaglia “Mamma”, “Ave Maria” e la romanza della Butterfly) fece piangere la sua kapò aguzzina che la salvò da sicura morte.

  • Hans Krása è stato un compositore ceco di origine ebraica. Contribuì a realizzare una vita culturale nel campo di concentramento di Theresienstadt, prima di essere deportato e ucciso ad Auschwitz. Compose un’opera per bambini intitolata Brundibar.

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